Cavalieri Santo Stefano

Cavalieri di Santo Stefano, nati per liberare il Mediterraneo dai Barbareschi e ridare sicurezza alla navigazione, Cosimo I, il 9 gennaio 1561, istituiva l’Ordine Militare marinaresco dei Cavalieri di Santo Stefano. L’Ordine accoglieva la gioventù di tutta l’Italia a Pisa che, per le sue tradizioni marinare, rappresentava un centro degno di rispetto per il ricordo del grande dominio che aveva avuto nel Mediterraneo. Nato durante le guerre che dilaniarono l’Europa e che concedevano ai Barbareschi mano libera sul Mediterraneo ormai divenuto il loro dominio.


L’Ordine cavalleresco nato nel 1561 a Portoferraio nell’isola d’Elba

Cavalieri di Santo Stefano croce rossa ad otto punte pomata d'oro in campo bianco

La prima sede dell’Ordine fu Portoferraio nell’isola d’Elba , poi Pisa in via definitiva. La piazza dei Cavalieri prende il nome proprio da quest’ordine, così come la chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri. Le insegne dell’ordine sono la croce rossa a otto punte bordata d’oro in campo bianco, accantonata da gigli d’oro. I cavalieri di Santo Stefano erano “nobili, militari, cavalieri di giustizia, serventi e fratelli d’armi” e per essere ammessi dovevano dimostrare quattro gradi di nobiltà paterna e materna.

Come stemma l’Istituzione ha adottato una croce rossa ad otto punte pomata d’oro in campo bianco sormontata dalla sigla “S.R.D.S.” (Sacra Religione di S. Stefano) e quale Motto “NOMINI MEO ADSCRIBATUR VICTORIA” («La vittoria è legata al mio nome»).

Il successo dell’ordine fu notevole e si estese anche fuori dai confini della Toscana, tra gli altri stati italiani ed esteri, lasciando una eccellente fama. La sua missione era di liberare il Mediterraneo dai pirati musulmani e i cristiani dalla schiavitù ottomana.


Cavalieri Santo Stefano e l’Elba

Nell’aprile 1548 Cosimo I’ ottiene il permesso di edificare la sua città fortificata a protezione del porto naturale di Portoferraio che dovrà servire da riparo alle sue navi. I lavori procedono con straordinaria rapidità e, una volta costruiti il forte FALCONE, il forte STELLA e la TORRE della Linguella, il sito fortificato e ben munito di artiglierie, è ormai imprendibile ed inespugnabile. La costruzione dei formidabili bastioni che caratterizzano Portoferraio verrà fatta con calma in anni successivi. Cosimo sa bene però che il territorio dell’Elba è assolutamente indifeso, tanto che alla notizia di una probabile invasione dell’isola da parte delle truppe francesi alleate degli Ottomani, si rende disponibile a ricevere e proteggere gli isolani che si rifugiano a Portoferraio. La necessità militare di istituire i Cavalieri di Santo Stefano. Nel 1553, come previsto, l’armata turca, appena riunita a quella francese e forte di 60 galere e 22 galeotte, si dirige all’Elba e dà fondo nel golfo di LUNGONE ( ancora non esistevano né il paese di Porto Azzurro né il forte S. Giacomo, eretto dagli Spagnoli nei primi anni del 1600). Da lì ebbe inizio l’aggressione a Capoliveri, Rio Elba e al forte del GIOGO, mentre una parte dell’armata turca, al comando di MUSTAFA’ BASSA’ distruggeva l’isola di Pianosa. Successivamente l’armata turco-francese si diresse a sud dell’isola per distruggere S. Piero, S.Ilario, Poggio, Marciana e Pomonte. Portoferraio non fu attaccata perché ormai giudicata inespugnabile. Nel 1558 si verifica una nuova aggressione turca, ma gli isolani hanno il tempo di rifugiarsi a Portoferraio e non riportano alcun danno.

I Cavalieri dominio nel Mediterraneo

E’ arrivato il momento di non pensare più solo alla difesa, ma, finalmente, di passare al contrattacco andando a cercare le navi turche, in qualunque parte del Tirreno si trovassero, per distruggerle. Cosimo pensa di istituire un Ordine militare (Cavalieri di Santo Stefano) ad imitazione di quello dei cavalieri templari per la difesa dei porti e del mare della Toscana. Dal Galluzzi: “La visita fatta alle sue marine aveva fatto conoscere a Cosimo l’importanza e la necessità di guardarle dalle incursioni dei Turchi. Restò convinto dell’utilità di una milizia che, occupandosi unicamente del mare, allontanasse dalle coste toscane i pirati. Troppo dispendioso trovava il mantenimento di 6 galere; e il re Filippo di Spagna non si dimostrava disposto a contribuire per le medesime. Immaginò pertanto di erigere un Ordine militare con cui si conseguisse lo stesso intento senza risentirne l’aggravio: profittò della benevolenza del Papa per ritrarne un sussidio dai patrimoni ecclesiastici; interessò la vanità dei ricchi con attribuire loro una marca d’onore e dei privilegi; contribuì egli stesso del proprio a queste opere e decorò di nuove facoltà e prerogative l’istessa sua sovranità. Pensò con questo atto di eternare la memoria delle sue vittorie di MONTEMURLO e SCANNAGALLO, le quali successero ambedue nel 2° giorno di agosto; e siccome in tal giorno il martirologio romano indica la morte di S. Stefano papa e martire, perciò quel Santo fu invocato per protettore dell’Ordine.” La mattina del 15 marzo 1562 l’inviato del Pontefice PIO IV presentò al Duca, in forma solenne, gli Statuti approvati e la bolla delle concessioni. Il Nunzio Apostolico lo insignì della divisa del nuovo ordine di cui Cosimo assunse la carica di Gran Maestro.

Cavalieri di S. Stefano a Portoferraio

Cosimo aveva deciso di porre la residenza dell’Ordine dei Cavalieri di S. Stefano a Portoferraio ed aveva fatto costruire appositamente un convento ed una chiesa (l’attuale centro congressuale De Laugier). Poi, però, sembrandogli Portoferraio troppo piccola per essere accettata dai rampolli di nobili famiglie che aspiravano al titolo di Cavaliere, scelse di costruire la sede dell’Ordine a Pisa “perché antica ed illustre e, dopo Firenze, la prima del suo Stato”. Furono costruiti il Palazzo dei Cavalieri (oggi sede della Scuola Normale Superiore) e la chiesa dei Cavalieri nel 1565.

L’Ordine dei Cavalieri di S. Stefano, nato nel 1562, viene soppresso con la fine della sovranità della Casa Asburgo-Lorena sulla Toscana nel 1859. Nella sala del consiglio del municipio di Portoferraio un grande quadro di Carlo MORELLI ritrae il Granduca LEOPOLDO IP D’ASBURGO-LORENA con le insegne dell’Ordine dei Cavalieri. Un Cavaliere di S. Stefano, il Conte G.BATTISTA FERRETTI di Ancona, morto a 18 anni, è sepolto nella Chiesa di S. Rocco di Portoferraio.

(Luigi Maroni)


Ex Caserma dei Cavalieri di Santo Stefano

Ex caserma dell’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano, fondato a Portoferraio nel 1562 per volere di Cosimo I de’ Medici, per la difesa e la salvaguardia dei mari tirrenici dalla pirateria barbaresca. Attuamente l’edificio storico accoglie un importante “Centro Culturale e Congressuale De Laugier” della città di Portoferraio.

Ex caserma dei Cavalieri di Santo Stefano oggi Centro Culturale De Laugier

Ricordi di viaggi e navigazioni di Ignazio Fabbroni Cavaliere dell’Ordine di Santo Stefano


Cavaliere dell’Ordine di Santo Stefano, il nobile pistoiese Ignazio Fabbroni si imbarcò sulle galere granducali dal 1664 al 1687 e documentò le sue peregrinazioni tramite una sene di disegni che si conservano ora in un unico album alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Degli 842 disegni del corpus, 23 riguardano l’isola d’Elba e ci permettono di cogliere spaccati di vita quotidiana della seconda meta XVII secolo.

Disegni di viaggi di Ignazio Fabbroni Cavaliere di Santo Stefano

Le rappresentazioni, di grande interesse documentario, ma tutt’altro che insignificanti per quanto riguarda la qualità grafica e pittorica, per la loro natura privata quasi di un divertissement del viaggiatore di ricca famiglia che si diletta a schizzare le visioni dei suoi viaggi mediterranei da Cavaliere di Santo Stefano, hanno la rara capacita di restituire a distanza di tre secoli la ricchezza della vita quotidiana detta città seicentesca. Finestre aperte sulle vie di Portoferraio che ci mostrano donne colte nell’atto di recitare rosario o di cucire circondate da animali domestici e da cortile e i pescatori che riparano le reti.

Molto interessante il disegno riguardante l’arsenale delle Galeazze, dove troviamo schiavi turchi al lavoro intorno a un tronco da segare o a una botte da cerchiare; un’istantanea del cantiere in cui il Fabbroni documenta tecniche e strumenti di costruzione nel periodo dei Cavalieri di Santo Stefano, il lavoro dell’arsenale prosegue anche all’esterno, con le barche tirate in secco. “alla concia”.

Disegni di viaggi di Ignazio Fabbroni Cavaliere di Santo Stefano


La veduta del Lazzaretto documenta l’uso di far passare in quarantena gli equipaggi delle navi provenienti da luoghi sospetti.
I due disegni “Porto Lungone di Spagna” e “Rio o Cala del Ferro del Principe Ludovisio” danno conto dei titoli originali, dei sovrani, quello di “Spagna” per Porto Longone e il Ludovisio principe di Piombino per Rio.