Cesare De Laugier de Bellecour

Discendenza De Laugier

Discendeva da un’antica e nobile famigha di origine lorenese che nel 1739 venne in Toscana al seguito di Francesco di Lorena. Suo padre, Leopoldo De Laugier conte di Belfecour, era nato a Firenze. Militare di fanteria fu destinato, col grado di capitano, alla guarnigione di Portoferraio dove si unì in matrimonio con la signorina Francesca Coppi, appartenente a una distinta e agiata famiglia del paese. Le nozze furono celebrate nel 1775 nella chiesa del Carmine trasformata più tardi (all’epoca napoleonica) nell’attuale teatro.



Cesare De Laugier

Dalla loro unione nacque a Portoferraio, il 5 ottobre del 1789, Cesare De Laugier. Egli, a 18 anni, si arruolò, come il padre, in fanteria e fu inviato a combattere – sotto Napoleone – nella Campagnia di Spagna. Il valoroso contegno e una grave ferita riportata a Mataro gli valsero una croce di ferro sui campo appuntatagli dal generale Duchesne. Promosso sottotenente nei 1810, poi aiutante di campo dei principe Eugenio, segui la Grande Armata nella Campagna di Russia e vi partecipò fino al suo epilogo disastroso. Caduto Napoleone prestò servizio nei piccolo esercito toscano e nel 1835 ebbe il grado di maggiore. Non fu molto benvoluto alla corte granducale perché si era votato, con tutta nobiltà del suo impegno alla causa italiana. Nel 1848 era colonnello e all’inizio della prima guerra d’indipendenza fu promosso maggior generale e con tale grado gli fu dato il comando, in sostituzione dei rimosso generale Ferrari, delle milizie toscane che si batterono contro preponderanti forze austriache, nella storica giornata del 29 maggio, a Curtatone e Montanara. Carlo Alberto lo decorò sul campo della medaglia d’oro. La condotta audace del generale e l’eroico comportamento dei suoi soldati diventarono leggendari (mancando i rinforzi del generale Bava i 5000 toscani non poterono a lungo reggere ai 18000 austriaci) perché ciò che è importante nelle guerre è battersi bene. Il De Laugier, uomo impetuoso e generoso ebbe dunque, e con lui un altro nostro eroico concittadino, l’artigliere Ebano Gasperi suo periodo di bella notorietà dopo quel 29 maggio che fu definito dal Tommaseo “primavera del nostro Risorgimento”. Ma la sua notorietà la conseguì oltre che nelle armi anche come militare di cultura e dì studio. Ciò è dimostrato dagli scritti che andava via via pubblicando come scrittore di storia, di romanzi e di drammi. Per una certa sua propensione o “vaghezza” un po’ teatrale ed enfatica da offrirsi al pubblico lo soprannominarono Medoni (generale Medoni) che era un capocomico “solito dar nelle arene rappresentazioni spettacolose cori giri e rigiri di soldati e cavalieri” (D’Ancona).


Patriota e scrittore

Dei suoi volumi e monografie di storia militare merita di essere ricordata l’opera “Fasti e vicende militari italiane dal 1801 al 1813” edita nei 1834, che é una vera miniera di fatti e documenti di sommo interesse per la storia militare italiana. Inoltre, sono da menzionare i ricordi della Campagna di Russia raccolti in quattro volumi dal titolo “Gli italiani in Russia” in cui si notano vivacità di descrizioni e immediatezza di impressioni che il De Laugier dice di aver composto “giorno per gior-no al lume di un villaggio o di una casa in fiamme” e di averli scritti “anche con il carbone”. Non ultimo delle sue opere é il raro opuscolo “Le milizie Toscane nella guerra di Lombardia del 1848. edito a Pisa nel 1849, nel quale narra, con ricchezza di particolari, di quanto “operarono le Milizie toscane nella decorosa Campagna Lombarda” fino alla giornata dei 29 maggio, a Curtatone e Montanara. Il generale De Laugier fu collocato a riposo nel 1859. In data 27 maggio, inviò a Livorno al Gonfaloniere di Firenze la seguente lettera la quale, a parte la forma enfatica in omaggio a un certo gusto del sensazionale che, come si è detto, era in lui e nell’aria dei tempi, dà testimonianza della sua generosità.


Lettera al Gonfaloniere di Firenze

Illustrissimo Signore. Spada arrugginita giace inoperosa, suo malgrado, nel fodero. Ferirà sempre per la patria difesa, se il bisogno lo esiga. Né Infingarda, né totalmente ingloriosa, balenò cento volte dinanzi al perpetuo nostro nemico. Dal non ricco patrimonio, mercé di essa raccolto, dedica il sottoscritto, per ora, Lire 400 in concorso alle spese per la guerra italiana: Lire 100 in sussidio per le famiglie indigenti, che generose spinsero al campo i loro più cari. Breve è la guerra; sicuro il trionfo. Il prepotente Austriaco non calcherà più la terra del sorriso di Dio.
Mi protesto con ossequio distinto di V.S.III.ma dev.mo servo C. De Laugier
Tenente Generale in ritiro

Il Generale mori nella sua villa a S. Domenico, nei pressi di Fiesole, il 25 maggio del 1871 e fu sepolto nella cappella di famiglia.

(Ulisse Razzetto)


Centro Culturale e Congressuale De Laugier.

Edificio storico che prende il nome dall’ufficiale napoleonico di origine elbana Cesare De Laugier. Importante Centro Culturale e Congressuale della città di Portoferraio.