Museo mineralogico Luigi Celleri San Piero

Tormaline, Berillo, Acquamarina, esposti al Luigi Celleri San Piero

La recente istituzione a San Piero del MUSEO MINERALOGICO E GEMMOLOGICO “LUIGI CELLERI” ha riportato l’attenzione del pubblico sulle meraviglie del sottosuolo Elbano.

Tormaline - San Piero
Tormaline – San Piero

I preziosi minerali di Elbaite, Petalite, pollucite , Acquamarina, Berillo, le particolari Tormaline testa di moro, uniche di San Piero e riconosciute da collezionisti di tutto il mondo.

Insieme ad altri minerali estratti per la maggior parte nella vicinanza di San Piero ed esposti in molti luoghi del mondo tranne nel luogo di ritrovamento.

Finalmente nel 2014 le bellissime tormaline uniche di San Piero, insieme ad altri bellissimi minerali vengono esposti anche nel luogo dei ritrovamenti con l’apertura di un apposito area espositiva, il: MUM – Museo mineralogico Luigi Celleri. Dando così la massima espressione ai minerali Sanpieresi.

L’area di San Piero frequentata da molti Geologi

L’area di San Piero in Campo, ricca di filoni pegmatitici contenenti splendide tormaline e berilli, è stata studiata da numerosi geologi a partire dal 1825. Nomi noti, tra cui Ottaviano Targioni Tozzetti, Giovanni D’Achiardi, Raffaello Foresi e Luigi Celleri. Si tratta infatti di una delle zone europee e mondiali con maggiori concentrazioni di tali preziosi minerali.

Per diversità e varietà di minerali ritrovati l’Isola d’Elba viene classificata seconda solo al Brasile ed i campioni provenienti dalla zona di San Piero in Campo sono conservati ed esposti nei musei di tutto il mondo.

I giacimenti più conosciuti di San Piero (Museo Luigi Celleri)

Grottadoggi (nel Medioevo Grotte Giorge)

Il sito fu scavato a partire dal 1825. Scrisse Ottaviano Targioni Tozzetti: «Ma il sig. tenente Giovanni Ammannati, essendo di guarnigione a Porto-Ferrajo nell’isola dell’Elba, guidato da un genio virtuoso di conoscere le bellezze che la Natura ha sparse in genere di minerali nella detta isola (…) si è preso la cura di fare scavare e di raccogliere, e così far conoscere, queste singolari bellezze che ha ritrovate in un masso di granito in uno scopeto a San Pietro a Campo in luogo detto Grotta d’Oggi, in un fondo o possessione appartenente al reverendissimo prete sig. Raffaello Pisani, dal quale il sig. tenente il detto masso comprò il dì 6 maggio 1825; il qual masso era di 44 braccia di circonferenza, e la maggiore altezza, verso tramontana, di 20 braccia.»


Filone della Speranza

Situato in località Fonte del Prete presso San Piero in Campo, fu così chiamato intorno al 1850 dal comandante Giuseppe Pisani (1808-1885) poiché, come scrisse il geologo Igino Cocchi, «…dopo avere lavorato altrove con poca sorte, si riprometteva da questa miglior fortuna.». Al suo interno furono rinvenuti numerosi esemplari di pollucite. Dopo alcuni anni di abbandono, lo scavo del Filone della Speranza fu ripreso nel 1905 e nel 1906 dall’ingegner Giulio Pullé.


Masso Foresi

I lavori di scavo intrapresi al Masso di Fonte del Prete (denominato Masso Foresi in riferimento a Raffaello Foresi) iniziarono il 25 gennaio 1872 e terminarono alla metà di aprile dello stesso anno. In tale periodo vi furono scoperti numerosi minerali: la foresite (descritta come una nuova zeolite nel 1874, ma in realtà un insieme di stilbite e cookeite), l’heulandite, la cabasite e la natrolite. Dal Masso Foresi furono estratte le grandi geodi chiamate I Quattro Evangelisti.

I Quattro Evangelisti rinvenuti a poca distanza dal Museo Luigi Celleri

I Quattro Evangelisti ritrovati a poca distanza dal Museo Luigi Celleri - ora espost al Museo di Firenze
I Quattro Evangelisti rinvenuti nel 1873 a poca distanza dal Museo Luigi Celleri – Ora esposti al Museo di Firenze

I cosiddetti Quattro Evangelisti sono quattro blocchi di granodiorite di circa 60 x 70 cm sulla cui superficie sono disseminati cristalli di tormalina rosa, berillo acquamarina, pollucite, heulandite e ortoclasio. I blocchi furono rinvenuti nel 1873 in località Fonte del Prete durante ricerche condotte da Raffaello Foresi, a breve distanza dal Museo mineralogico Luigi Celleri di S. Piero (Elba occidentale). Inizialmente i Quattro Evangelisti erano esposti nel Museo Foresi a Portoferraio; la loro denominazione, come raccontano le cronache del tempo (La Nazione, 1874), fu dovuta ad un monaco che vedendo i blocchi esposti nel museo «…tanto stupito ed attonito ne rimase nell’entusiasmo dell’ammirazione gettandovisi innanzi ginocchioni, li proclamò I Quattro Evangelisti.» Oggi sono conservati nel Museo di Mineralogia e Litologia dell’Università di Firenze, insieme ai cosiddetti Cinquemila Elbani, campioni di minerali provenienti dall’isola.


La particolarità geologica dell’Isola d’Elba

La ricchezza e la varietà delle mineralizzazioni elbane, legate allo straordinario panorama geologico, hanno reso famosa l’isola in tutto il mondo. I campioni elbani di ematite, pirite, tormalina sono presenti e primeggiano in tutti i Musei mineralogici. All’Elba sono state rinvenute per la prima volta in natura una dozzina di minerali tra cui l’ilvaite, che prende il suo nome dall’antico nome dell’isola, Ilva.

Minerali di San Piero esposti in vari Musei

Al Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa ed al Museo di Mineralogia dell’Università degli Studi di Firenze troviamo aree appositamente dedicate per i minerali dell’Isola d’Elba. La grande maggioranza dei campioni provvengono dalle pegmatiti di San Piero in Campo e dalle miniere di Rio Marina.


San Piero il centro del Museo a cielo aperto Isola d’Elba

San Piero si trova ai piedi del Monte Capanne; si tratta di una zona nota soprattutto per la ricchezza di filoni pegmatitici e tormaline (elbaiti), nonché per la presenza di cave di granito, la cui estrazione è documentata fin dai tempi dei romani.
Il Museo Mineralogico Luigi Celleri , con le sue collezioni consente quindi al visitatore di conoscere il territorio e le sue risorse.
Una sala del museo è dedicata al granito e alle tecniche usate per la sua estrazione e lavorazione.
Non mancano minerali del ferro, anche se buona parte della collezione è costituita da campioni di tormaline e di minerali dei filoni pegmatitici del Monte Capanne, ancora oggi oggetto di studio da parte di varie università e centri di ricerca del mondo.


I “scherzi” Tormaline di S. Piero, Museo Mineralogico Luigi Celleri

Questi cristalli, chiamati dai popolani “scherzi”, sono noti a partire dalla fine del 1700; in oltre due secoli sono stati raccolti decine di migliaia di campioni, andati ad arricchire i musei di tutto il mondo e collezioni private prestigiose.
Il Museo Mineralogico Luigi Celleri nasce per poter mostrare nel luogo di origine gli splendidi cristalli del territorio di Campo, a testimoniarne l’immensa ricchezza. I campioni esposti sono in parte stati rinvenuti da alcuni appassionati collezionisti, elbani e non, a partire dai primi anni ’70 del 900 e in parte appartengono a collezioni storiche ottocentesche. Nelle vetrine sono esposti alcuni esemplari appartenenti al MUM, oggetto di recenti donazioni, e gli esemplari delle collezioni private di Federico Pezzotta, di Christian Bauer e degli eredi di Mario Navone.


Nascita del Museo Mineralogico Luigi Celleri

L’idea di aprire un museo mineralogico a San Piero nasce da una discussione tra il dott. Federico Pezzotta e l’amico collezionista bavarese Klaus Virth, durante un’escursione di ricerca nel 1994. Da quell’occasione l’idea continuò a svilupparsi parallelamente con il progredire della carriera professionale di Federico Pezzotta nel campo della museologia, quale conservatore del Museo di Storia Naturale di Milano.

Mostra temporanea minerali di S. Piero anticipo del Museo Luigi Celleri

Dopo una mostra temporanea di campioni di S.Piero provenienti dalle collezioni del Museo di Storia Naturale di Milano e di alcuni collezionisti privati, tenutasi nella fortezza di San Niccolò nel 2009 , alla fine del 2012 si capì finalmente che l’apertura di una mostra nei locali del futuro Museo sarebbe stata possibile. Inaugurato in via sperimentale il 22 luglio 2013 e aperto definitivamente dal marzo 2014, il Museo Mineralogico comprende alcuni esemplari donati negli ultimi anni da alcuni ricercatori e dall’associazione Lithium, una selezione di campioni delle collezioni storiche del Museo di Storia Naturale di Milano, buona parte della collezione elbana di Federico Pezzotta, alcuni esemplari delle collezioni Klaus Wirth, Marco Lorenzoni e Michele degl’Innocenti, altri appartenenti al Parco Minerario dell’Isola d’Elba.


Attività promosse dal Museo mineralogico Luigi Celleri San Piero

Partendo da una base già straordinaria, il Museo ha iniziato un importante percorso evolutivo. Modernamente attrezzato e trasformato in una struttura polivalente oltre che museale, promuove varie attività.

È una base di partenza per numerose attività tra cui trekking, trekking con i somari, visite guidate con osservazione e raccolta di piccoli campioni, serate a tema, visite presso le cave di granito ancora attive, visite dell’antico borgo, attività di orienteering.

Sede di mostre temporanee; la scorsa state ha ospitato la più grande collezione esistente di stampe satiriche napoleoniche e numerose opere di artisti elbani. È in fase di realizzazione la mostra permanente del granito, doverosa opera in omaggio a San Piero e alla sua storia.

Fanno parte integrante del Museo: una sala adibita ad attività laboratoriali rivolte in particolar modo alle scolaresche, aree dedicate ad attività pratiche quale l’osservazione con lenti da tavolo dei campioni, una sala multimediale con filmati a tema costantemente riprodotti, postazioni con touchscreen per gli approfondimenti, un grande giardino con percorsi tematici di vario genere

Escursioni guidate nell’aree mineralogiche di S. Piero

Il museo Museo Mineralogico Luigi Celleri è base di partenza per numerose attività escursionistiche: trekking, trekking con i somari, visite guidate con osservazione e raccolta di piccoli campioni, serate a tema, visite presso le cave di granito ancora attive e visite dell’antico borgo. Una nuova proposta avventurosa ed entusiasmante è il safari Granito e Tormaline di San Piero in collaborazione con Safari in miniera: a bordo di un mezzo militare è possibile visitare bellissimi luoghi della storia elbana come il sito archeologico “Il Sasso” ed arrivare alla mitica “Cava Rosina” dal sottosuolo ricchissimo, dove cercare pezzi di Granito, Mica, Tormaline e della preziosa Elbaite!


Orari di apertura del Museo Luigi Celleri

1 marzo al 15 aprile: 15.00 – 19.00 – chiuso il lunedì
16 aprile al 31 maggio: 11.30 – 13.30 e 14.30 – 18.30 – chiuso il lunedì
1 giugno al 15 settembre: 10.30 – 13.30 e 15.30 – 18.30 serale 20.30 – 22.30 – aperto tutti i giorni
16 settembre al 2 novembre: 11.30 – 13.30 e 14.30 – 18.30 – chiuso il lunedì
8 dicembre al 8 gennaio: 14.00 – 18.00 – chiuso il 25 dicembre

Durante gli altri periodi dell’anno visite al museo ed escursioni su richiesta

Biglietto ingresso MUM intero € 4,50 – ridotto € 2,50

Per info e prenotazioni:  tel. +39 393 8040990


Escursioni organizzate dal Museo Luigi Celleri all’Elba

ESCURSIONE AI SITI MINERALOGICI DI S. PIERO
Lunedì e Mercoledì ore 9.00 Intero € 12.00 – Ridotto € 6.00


SAFARI GRANITO E TORMALINE DI SAN PIERO
Martedì, Giovedì e Sabato Intero € 20.00 – Ridotto € 10.00


ESCURSIONE NATURALISTICA
Domenica ore 16.00 Intero € 16.00 – Ridotto € 8.00


Per partecipare alle escursioni è obbligatoria la prenotazione e il raggiungimento di almeno 5 partecipanti.


183 i minerali individuati sull’Isola e 11 scoperti per la prima volta all’Elba

Tormaline - San Piero
Tormaline – San Piero


Ad oggi sono 183 i minerali individuati all’Isola d’Elba. In accordo con la International Mineralogical Association (IMA), undici minerali sono stati per la prima volta individuati all’Elba, due dei quali, ilvaite e elbaite, ricordano, nel nome latino (Ilva) ed in quello attuale, la loro località tipo.


Piccola Isola con moltitudine di rocce

Nei circa 200 kmq dell’Isola d’Elba coesistono in modo complesso una moltitudine di rocce sedimentarie, metamorfiche ed ignee. Mentre nella parte centrale ed orientale dell’isola dominano rocce sedimentarie e metamorfiche, la parte occidentale è costituita quasi per intero dall’intrusione monzogranitica del monte Capanne, dal perimetro quasi perfettamente circolare. Un secondo stock “granitico” si trova nell’Elba orientale, dove affiora in un tratto assai ristretto nel fosso Mar di Carvisi. Le rocce magmatiche toscane si inquadrano nel contesto dell’Orogenesi Appenninica. Si tratta di processi avvenuti nella fase post-orogenetica, in successione cronologica da occidente verso oriente: partendo dai 7 milioni di anni del monzogranito elbano si giunge fino alle effusioni quaternarie del Monte Amiata.


Nell’Ottocento San Piero e Sant Ilario località mineralogiche tra le più importanti d’Italia e d’Europa

Nel corso dell’Ottocento il territorio di Campo nell’Elba (ed in particolare i villaggi di S. Piero e S. Ilario sul versante orientale del plutone monzogranitico del Monte Capanne) divenne una delle località classiche mineralogiche più importanti d’Italia e d’Europa. Questo si deve alla scoperta di un gran numero di magnifici campioni mineralogici, principalmente con cristalli di tormalina policroma con associati vari minerali pegmatitici. La ricerca scientifica, condotta su esemplari provenienti sia da collezioni storiche museali che da nuove campagne di ricerca sul campo, ha permesso di identificare all’Isola d’Elba un buon numero di specie appartenenti al supergruppo della tormalina.


Carta Geologica dell’Isola d’Elba

Carta Geologica dell'Isola d'Elba

Carta Geologica dell’Isola d’Elba, è stata elaborata con una scala di 1:25.000 sulla base dei dati rilevati nell’ambito del progetto CARG del Servizio Geologico d’Italia (ISPRA), Regione Toscana e Università di Firenze, mediante un progetto editoriale condiviso. La risoluzione della carta, consente di esaltare i dettagli del rilevamento, rendendolo nel contempo più chiaro ed immediatamente leggibile geologicamente l’Isola d’Elba anche ad un pubblico non esperto.


Elba, tutta l’Isola è un Museo

Nel 1835, Emanuele Repetti, nel secondo volume del suo Dizionario geografico fisico della Toscana, scrive:

L’isola d’Elba a buon diritto appellare si potrebbe il più dovizioso gabinetto mineralogico della Toscana. È questo il sito dove sembra che la natura abbia voluto riunire in un piccolo diametro sorprendenti fenomeni, e tali da richiamarvi costantemente i di lei cultori, spinti ed allettati, non solamente dalla singolare costituzione geognostica di questi monti, ma ancora dalla ricchezza delle miniere, e dalle preziose e variate cristallizzazioni dei molti minerali, che in quelle rocce si aggruppano e in belle forme si accoppiano.

(Repetti, 1835).


Nel 1841 M. Studer pubblica la prima carta geologica dell’Elba in bianco e nero, mentre bisogna aspettare gli anni Ottanta dell’Ottocento perché Bernardino Lotti (1847-1933), al tempo ingegnere del Corpo delle Miniere e in seguito presidente della Società Geologica Italiana, realizzi
il primo rilevamento di dettaglio dell’intera Isola d’Elba.

Nelle note esplicative, il grande geologo toscano Bernardino Lotti, definì l’Isola: «Un granDioso Museo mineralogico all’aperto» (Lotti,1886).


I filoni pegmatitici di S. Piero e S. Ilario

Museo e Gabinetto mineralogico; museo e laboratorio diremmo oggi. Mai definizioni furono più felici. Il Museo – Laboratorio Elba, si estende dalla costa orientale, dove fra Rio e Calamita si ritrovano i suoi celebri giacimenti a ferro, a quella occidentale, dominata dalla potente mole granitica del Monte Capanne, con i famosi filoni pegmatitici di S. Piero e S. Ilario e le spettacolari esposizioni del suo anello termo metamorfico nelle scogliere di Pomonte e Punta Nera.


I minerali elbani presenti nei Musei naturalistici del Mondo

I minerali elbani sono presenti nei più prestigiosi Musei naturalistici del Mondo, studiati in centinaia di opere scientifiche e descritti in numerose opere a carattere didattico e divulgativo (D’Achiardi, 1873; Carobbi e Rodolico, 1976; Tanelli, 1995; Orlandi e Pezzotta, 1996; Tanelli e Benvenuti, 1998).


Le scoperte Geologiche Elbane, minerali scoperti per la prima volta all’Elba

L'elbaite è una varietà di tormalina, che a seconda della composizione chimica assume colori differenti. Museo Luigi Celleri
L’Elbaite è una varietà di tormalina, che a seconda della composizione chimica assume colori differenti. Il minerale prende il suo nome dall’isola d’Elba.

Dolomieu in particolare è ricordato nel nome del carbonato di calcio e magnesio, la dolomite, e nel nome delle nostre Dolomiti, che da questo minerale sono prevalentemente formate. Tornando al silicato di calcio e ferro, l’accordo sul nome venne raggiunto, chiamandolo ilvaite, a ricordo della sua località tipo.


Seguono quindi le «scoperte» della elbaite (gruppo delle tormaline), bonattite, dachiardite, minguzzite, pollucite, urano polycrase, rubicline, fino alle definizioni, in questi primi anni del terzo millennio, della riomarinaite e delle ramaniti a cesio e rubidio (ima-mineralogy.org; mindat.org).


Collezione elbana oltre 6000 campioni nella sezione di Mineralogia del Museo di Storia Naturale di Firenze

Una piccola appendice e una piccola anticipazione. Come vedremo meglio in seguito, gli oltre 6000 campioni che formano attualmente la «Collezione elbana» della sezione di Mineralogia del Museo di Storia Naturale di Firenze, derivano per due terzi da due collezioni storiche formate alla fine dell’Ottocento da Raffaello Foresi (1820-1876), uomo di cultura elbano e fiorentino di adozione, e Giorgio Roster (1843-1927), professore di igiene nel R. Istituto di Studi Superiori Pratici e di Perfezionamento di Firenze – oggi Università degli Studi – ed elbano di adozione (Tanelli, 2010).

Agli Elbani Raffaello Foresi e Giorgio Rosterd la scoperta di nuovi minerali

Berillo Rosterite varietà caratterizzata dalla presenza di cesio, con cristalli incolori o rosa pallido.
Berillo Rosterite varietà caratterizzata dalla presenza di cesio, con cristalli incolori o rosa pallido.

Al Foresi ed al Roster, sono legate due vicende di nomenclatura mineralogica. Alla fine dell’Ottocento, studiando i minerali delle pegmatiti di Campo venne individuata una «sostanza», considerata una nuova specie mineralogica, e alla quale venne dato il nome di «foresite» in onore di Raffaello Foresi (Pullè e Capacci, 1874).

Successive ricerche cancellarono la foresite fra i nuovi minerali, documentando come la «nuova sostanza» fosse un miscuglio di stilbite e cookeite. Nelle pegmatiti di Campo venne anche individuata una varietà di berillo, ricca in litio e cesio, ad habitus tabulare e cromaticità da incolore a giallo- rosa, denominata «rosterite» (Grattarola, 1880).


Rosterite dal «Filone La Speranza» di S.Piero

Nel 1908, il grande scienziato russo V.I. Vernadsky (1863-1945), uno dei padri fondatori della geochimica e della geo-ecologia individua nelle pegmatiti granitiche di Lipovka negli Urali centrali, cristalli di berillo ricchi in cesio e litio, denominandoli vorobyevite in onore del mineralista russo V.I. Vorobyev. Narrano le voci che gli era sfuggito il lavoro di Grattarola, anche se, aggiungono le stesse voci, il Vernadsky dopo avere conseguito la laurea nella Università di San Pietroburgo nel 1885, era andato nella Università di Napoli per seguire gli insegnamenti del celebre mineralista Arcangelo Scacchi (1810-1893), nella cui Miscellanea è tuttora presente la pubblicazione di Grattarola.


La Rosterite una varietà di berillo, dal “Filone La Speranza” di S.Piero

Quasi un secolo dopo il lavoro di Grattarola, riprese di diffrazione a raggi x sugli stessi campioni da lui studiati, convalidarono la rosterite come una varietà di berillo (Carobbi e Rodolico, 1976).
Recentemente, in uno studio sulle caratteristiche strutturali della varietà di berillo ricca in cesio e litio, è stato nuovamente lanciato il nome di vorobyevite (Yakubovich et al., 2009). Con questo nome è indicata nelle pagine di mindat.org, ma poiché come sappiamo il diavolo fa le pentole ma non i co-
perchi, il minerale, nelle stesse pagine web, è illustrato da una splendida foto di un cristallo incoloro e tabulare di «vera» rosterite proveniente dal «Filone La Speranza» di S.Piero. Resta inoltre il fatto che fu lo stesso Vernadsky nel 1914, studiando le variegate tormaline dell’Elba, a chiamare «elbaite» – le voci dicono come gesto riparatore – la tormalina a litio, presente come minerale valido nell’elenco dell’IMA (Ertl, 2008).


Minerali particolari dell’isola d’Elba

E così, fra l’altro, si incontra per la prima volta un cognome: Pisani, che nelle figure degli elbani Spirito Pisani e cap. Giuseppe Pisani, contribuirono nell’Ottocento a raccogliere e collezionare minerali d’Elba, nonché di quel Gio.Batta Pisani che fu padrino di Luigi Celleri, il «mineralogista elbano» al quale sono riconducibili i ritrovamenti di molti dei campioni delle collezioni Foresi e Roster (Tanelli, 2007).

Ilvaite, Spessartina, Melanite, Granato Ottaedrico, le Tormaline Policrome, Ferro Oligisto, Petalite, Polluce, Berillo.

Nella seconda metà dell’Ottocento, Raffaello Foresi, in una ventina di anni aveva raccolto migliaia di campioni di minerali dell’Elba. Una collezione speciale di quel «piccolo santuario della natura», come scrive in una lettera a stampa a Igino Cocchi pubblicata nel 1865. E prosegue: «E ne fan fede (ne parlo a strappabecco per non essere infinito) la serie dell’ilvaite ricca di varietà cristallografiche, gli esemplari nitidissimi di spessartina e melanite, il granato ottaedrico, le tormaline policrome, le molteplici forme e ibridazioni di ferro oligisto, il castore [o petalite] e il polluce perfettamente cristallizzati, e due varietà di berillo, le quali fuor di modo si differenziano dalle altre del berillo sino al dì d’oggi conosciute» (Foresi, 1865).


Immagini tormaline e berilli – Museo Luigi Celleri S. Piero


360° View

Una delle sale interne del Museo mineralogico Luigi Celleri San Piero


Video

Le Tormaline di San Piero e l’interesse mineralogico dell’Isola d’Elba – Museo mineralogico Luigi Celleri

Tormaline e minerali dell’Isola d’Elba, Museo Storia Naturale Università di Firenze

Le famose Tormaline ritrovate a San Piero – Isola d’Elba (Rai 1)


Luigi Gesualdo Celleri

Luigi Gesualdo Celleri (San Piero in Campo, 5 giugno 1828 – San Piero in Campo, 21 luglio 1900) è stato un mineralogista italiano.

Cellerite, tipo di Tormalina dedicata a Luigi Celleri, rinvenuta a San Piero.
Cellerite, tipo di Tormalina dedicata a Luigi Celleri, rinvenuta a San Piero.

A Luigi Celleri è intitolato il Museo mineralogico e gemmologico di San Piero in Campo, istituito nel 2014.

Al mineralogista è stata dedicata la celleriite, una nuova tormalina giallastra con terminazione nera rinvenuta a San Piero in Campo.

Nato da Matteo Celleri e Rosa Gasperi, si dedicò alla ricerca mineralogica in collaborazione con Raffaello Foresi. Dopo la morte di Foresi (1876) intraprese nuove ricerche con Giorgio Roster e Bista Toscanelli, che avevano acquistato numerosi diritti di escavazione nei filoni pegmatitici dell’Elba occidentale. Successivamente Luigi Celleri fu incaricato di redigere ricerche mineralogiche in funzione dell’istituzione, da parte di Pilade Del Buono, di un Museo mineralogico nella Galleria Demidoff presso la Villa di San Martino (Portoferraio). A tale periodo risalgono importanti ritrovamenti mineralogici, come i quarzi gommoidi (in località Palombaia) ed esemplari di wollastonite (in località Cavoli).

Il 19 aprile 1900, durante uno scavo nel filone pegmatitico di Grottadoggi, Luigi Celleri fu colto da un malore e morì due giorni dopo.