Luigi Gesualdo Celleri

Luigi Celleri mineralogista italiano

Luigi Gesualdo Celleri è stato un mineralogista italiano.
(San Piero in Campo, 5 giugno 1828 – San Piero in Campo, 21 luglio 1900)

Cellerite, tipo di Tormalina dedicata a Luigi Celleri, rinvenuta a San Piero.
Cellerite, tipo di Tormalina dedicata a Luigi Celleri, rinvenuta a San Piero.

Al mineralogista è stata dedicata la celleriite, una nuova tormalina giallastra con terminazione nera rinvenuta a San Piero in Campo.

A Luigi Celleri è intitolato il Museo mineralogico e gemmologico di San Piero in Campo, istituito nel 2013.

Luigi Gesualdo Celleri
è stato un mineralogista italiano
(San Piero in Campo, 5 giugno 1828 – San Piero in Campo, 21 luglio 1900)
Luigi Gesualdo Celleri
è stato un mineralogista italiano (nato San Piero in Campo, 5 giugno 1828)

Nato da Matteo Celleri e Rosa Gasperi, si dedicò alla ricerca mineralogica in collaborazione con Raffaello Foresi. Dopo la morte di Foresi (1876) intraprese nuove ricerche con Giorgio Roster e Bista Toscanelli, che avevano acquistato numerosi diritti di escavazione nei filoni pegmatitici dell’Elba occidentale.

Successivamente Luigi Celleri fu incaricato di redigere ricerche mineralogiche in funzione dell’istituzione, da parte di Pilade Del Buono, di un Museo mineralogico nella Galleria Demidoff presso la Villa di San Martino (Portoferraio).

A tale periodo risalgono importanti ritrovamenti mineralogici, come i quarzi gommoidi (in località Palombaia) ed esemplari di wollastonite (in località Cavoli).

Il 19 aprile 1900, durante uno scavo nel filone pegmatitico di Grottadoggi, Luigi Celleri fu colto da un malore e morì due giorni dopo.


Testimonianze su Luigi Celleri

«Io fui di quelli che andarono direttamente a San Piero e ricordo che giunti presso il paese, abbarbicato sui massi granitici, ci venne incontro un uomo, che sembrava assai attempato per il personale ricurvo e la lunga barba ispida e quasi bianca. Alcuni di noi lo riconobbero da lontano e sentii da varie parti esclamare: “Ecco il Celleri! Come va, Celleri?” Quando ci incontrammo egli sorrise alla comitiva con aria stanca, strinse la mano a tutti come vecchie conoscenze.

Bisognava sentirlo raccontare quale fu la sua gioia il giorno che trovarono una geode tempestata da migliaia di tormaline policrome e di berilli.

Parlava concitato, allargava estatico le braccia, spalancava gli occhi come se dinanzi avesse tuttora lo spettacolo della geode che il Roster volle illuminare con una candela e che era così bella che pareva il Paradiso!»

Giovanni D’Achiardi


«Il Celleri era bravissimo nel riconoscere i minerali, anche i più rari, e nello scorgere nei vari campioni specie nuove. Ci teneva a dire che aveva acquistato tale capacità non solo con la pratica, la sua lente (che portava sempre appesa al collo con un nastro nero) e la buona vista (che attribuiva sorridendo alla campanelline d’oro che portava appese alle orecchie), ma anche con lo studio di un libro di mineralogia che gli aveva regalato Bista Toscanelli.»

Giuseppe Tanelli


I Quattro Evangelisti trovato a Fonte de Prete S. Piero

I cosiddetti Quattro Evangelisti sono quattro blocchi di granodiorite di circa 60 x 70 cm sulla cui superficie sono disseminati cristalli di tormalina rosa, berillo acquamarina, pollucite, heulandite e ortoclasio. I blocchi furono rinvenuti nel 1873 in località Fonte del Prete durante ricerche condotte da Raffaello Foresi, a breve distanza da San Piero in Campo nel distretto minerario dell’isola d’Elba occidentale.

Inizialmente i Quattro Evangelisti erano esposti nel Museo Foresi a Portoferraio; la loro denominazione, come raccontano le cronache del tempo (La Nazione, 1874), fu dovuta ad un monaco che vedendo i blocchi esposti nel museo «…tanto stupito ed attonito ne rimase nell’entusiasmo dell’ammirazione gettandovisi innanzi ginocchioni, li proclamò I Quattro Evangelisti.» Oggi sono conservati nel Museo di Mineralogia e Litologia dell’Università di Firenze, insieme ai cosiddetti Cinquemila Elbani, campioni di minerali provenienti dall’isola.