L’Arco di San Michele o dei Vantini si trova lungo la strada che dal bivio per S. Giovanni porta verso il Bucine, alla periferia di Portoferraio. Il meraviglioso arco seicentesco che in tempi remoti delimitava la proprietà della famiglia Vantini i cui componenti erano nobili ed amministratori del Granduca di Toscana, e ad essa appartenevano insigni personaggi ecclesiastici. Oltrepassando l’arco, segnato dal tempo, si giunge di fronte ad una grande costruzione ben conservata che mostra traccia architettonica del tardo 600 o 700 nelle vicinanze, una piccola cappella in rovina intitolata a S. Michele.
La Famiglia dei Vantini Quattro secoli di storia dell’Isola d’Elba
di Alessandro Pastorelli
Percorrendo in automobile la strada del Bucine (Portoferraio), la mia attenzione è stata attratta da un imponente manufatto architettonico, a me noto sin da quando ero piccolo ma dei quale non conoscevo né la sua funzione tanto meno la sua storia; un grande e imponente portale in pietrame misto a mattoni, il cui varco ad arco a sesto ribassato è enfatizzato dalle due paraste laterali terminanti con pinna-coli, e posta al centro una sorta di trabeazione con nicchia. L’amore per l’arte e per la storia della nostra isola mi ha spronato alla ricerca di notizie storiche riguardanti il manufatto che tanto aveva attratto la mia attenzione. L’arco in stile seicentesco non era altro che l’accesso alle proprietà della storica famiglia Vantini che comprendeva oltre che ai terreni, la villa padronale e una piccola chiesetta titolata a San Michele oggi purtroppo persa definitivamente. Ma chi erano i Vantini?
Vincenzo Vantini
Vincenzo Vantini, primo sindaco dell’era repubblicana in Portoferraio (1801-1802) riassume le sorti di una famiglia protagonista di primo piano nella storia dell’Isola d’Elba. I Vantini erano presenti fin dalle origini di Cosmopoli (l’odierna Portoferraio), nella seconda metà del XVI sec., per aver accolto tra i primi, l’invito del Duca Cosimo I de’Medici. Molteplici sono i documenti conservati presso l’archivio storico di Portoferraio in cui vi sono tracce di vita di questa ma uno fra tutti, datato 1552 narra nel loro insediamento a Cosmopoli. Da questo documento si deduce che Giovanni, proveniente da Pistoia fu il primo dei Vantini che si insediarono a Cosmopoli; padre di Zelone. C’è una città da costruire, ci sono terreni incolti da dissodare; occorrono braccia, servono idee, e soprattutto spirito di colonizzazione. I Vantini erano tra i primi a insediarsi sull’isola, insieme ai Carpani e ai Castelletti provenienti da Milano. I Vantini erano gente pratica, con spaccato senso degli affari come dimostra la scelta di sfornar pane, gallette e biscotti; erano in un’isola, dove affluivano schiere di operai e militari addetti alle fortificazioni, un porto dove attraccano navi per rifornimenti, un territorio vergine su cui si stava fondando una città. Il pane era la prima necessità. I Vantini affiancano al forno iI mulino. Gli affari crescevano e la cassa si impinguava, da qui la scelta di prodursi il grano invece di acquistarlo. I Vantini si buttarono nell’acquisto di terreni, parte a cereali e parte a vigneto. La fama del vino dell’Elba si diffuse tra la miriade di marinai e travalica i confini dell’Elba. Dì generazione in generazione, i terreni di proprietà ai Vantini si estesero da S. Giovanni fino alle pendici del Volterraio, fin presso Capoliveri, comprendendo la zona di Magazzini, le Trane, S. Stefano. Il potere economico dei Vantini nel 1636 aveva raggiunto un tale livello che dovette intervenire il Gran Duca Ferdinando II allo scopo di porre fine al loro acquisto di terreni. Il potere economico dei Vantini, in poco più di mezzo secolo dal loro insediamento nell’isola, era ormai prospero e consolidato. Mancava solamente l’accesso alla nobiltà; e di questo se ne fece carico Paolo Vantini nel 1674.
Paolo Vantini
Paolo Vantini era nato a Portoferraio nel 1641 e aveva sposato la giovane Francesca proveniente dalla nobile e ricca famiglia dì “Della Fioraia” di Arezzo. L’elezione di una commènda era l’espediente usato in quel tempo per il passaggio da una condizione di ricchezza a uno status nobiliare. Paolo con la fondazione di una commènda a favore del Sacro Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano. Nel 1660 il consiglio generale di Arezzo decretò l’ammissione dei Vantini al più alto onore della Magistratura e cioè al gonfalonierato. Una famiglia importante che ha contribuito allo sviluppo dell’Isola d’Elba con ingegno e fatica e che ci ha lasciato piccole architetture che ci parlano e ci raccontano del nostro passato e che siamo obbligati a dover conservare per poter far conoscere ai nostri figli le nostre origini.
Articolo di Alessandro Pastorelli ripreso dal giornale online L’Etrusco (rivista d’informazione, cultura e satira)