Il Romitorio di San Cerbone si trova alle pendici del Monte Capanne, ad un’altezza di 530 m S.l.m. , sovrastante i paesi di Marciana e Poggio, sommerso da secolari castagni.
L’origine del Romitorio di San Cerbone risale alla fuga del vescovo di Populonia all’Isola d’Elba a causa delle incursioni longobarde. Cerbone scelse come rifugio la vallata del Monte Capanne. Secondo la tradizione la chiesa sarebbe sorta subito dopo la morte del santo, nel 575, ma è citata espressamente solo nel 1421, in relazione al convento dell’Osservanza Francescana edificato sul luogo. I frati abbandonarono presto il convento che fu poi trasformato in romitorio. La facciata presenta un portale in granito con cornice aggettante e arco interrotto e ai lati due piccole finestre con inferriate. L’interno a navata unica con tetto a capanna conserva gli antichi altari e i pavimenti in cotto. Una tela ottocentesca sull’altar maggiore raffigura “San Cerbone”.
La Grotta del Santo
In una parete rocciosa a 300 metri dal romitorio si trova la Grotta del Santo (con una profondità irrisoria), luogo in cui sarebbe vissuto per due anni il vescovo Cerbone.
Il Romitorio di S. Cerbone
Fondato da S. Cerbone tra l’anno domini 573 ed il 575 questo romitorio è il più antico luogo di culto dell’isola d’Elba. ricostruito nel 1421 dal principe appiani su suggerimento di S. Bernardino di siena, cadde in disuso durante la seconda meta di questo secolo. fu svuotato del suo mobilio originale, vandalizzato e coperto di graffiti e lasciato nel più completo abbandono. Un gruppo di amici internazionali, che scelsero la quiete e la pace dell’isola dopo la seconda guerra mondiale, vollero il restauro di questa chiesa storica come ringraziamento agli elbani per gli anni felici qui trascorsi. L’opera durò 14 anni e fu terminata nel 1993.
Chi era Cerbone vescovo di Popuonia
San Cerbone, originario dell’Africa, fu vescovo di Populonia proprio al tempo delle invasioni barbariche, nel VI secolo. Di lui parla il pontefice San Gregorio Magno nei suoi Dialoghi, definendolo “uomo di vita venerabile, che dette grandi prove di santità”. La più celebre di queste prove la dette quando Totila ricercava alcuni militi romani e cristiani. Il santo vescovo di Populonia li nascose e per questo incorse nell’ira del re barbaro, che decretò la sua morte per mezzo delle fiere. Mandò Cerbone nel cosiddetto Campo del Merlo, dove un ferocissimo orso avrebbe dovuto sbranarlo, alla presenza dello stesso sovrano. Lo spettacolo sembrava promettere grandi emozioni, ma Totila non aveva previsto un fatto che lo sbalordì: quando l’orso giunse dinanzi al vescovo (San Cerbone) rimase per un istante quasi pietrificato nell’atto dell’aggressione, con le zampe anteriori alzate e le fauci spalancate. Poi, lentamente, ricadde sugli artigli, chiuse la bocca e prese a leccare con inaspettata mansuetudine i piedi del santo. Totila rilasciò Cerbone, ma dopo i Goti di Totila giunsero i Longobardi, a scacciare il vescovo di Populonia, che riparò dunque nell’isola di Elba.
San Cerbone e l’Elba
La leggenda narra che, San Cerbone ormai vecchio e prossimo a morire, avesse chiesto di essere sepolto a Populonia, ancora in mano ai longobardi, raccomandando ai suoi seguaci di riprendere subito il mare dopo aver provveduto alla sua sepoltura. Morto il santo, i seguaci attraversarono il Canale di Piombino senza essere miracolosamente visti dai nemici a causa delle nubi e nebbie. A Poggio nell’isola d’Elba ancora è viva la tradizione orale che narra di un’imponente libecciata che al transito dell’imbarcazione con il corpo di Cerbone si placava, creando una via di mare piatto dalla Marina di Poggio verso Baratti. I suoi poterono così seppellire il corpo di Cerbone nel golfo di Baratti, nel quale ancora oggi sorge un piccolo edificio dedicato al santo, la Cappella di San Cerbone.
Il corpo di san Cerbone, tuttavia, venne trasferito in seguito nella cattedrale di Massa Marittima, quando questa fu scelta come nuova sede della diocesi.
Come raggiungere il Romitorio di San Cerbone
Il Romitorio di San Cerbone dista 2 km da Poggio, i primi 500 m si possono fare in auto, poi circa all’altezza della Fonte di Napoleone bisogna proseguire a piedi per altri 1500 m, la strada è comoda, ma in ascesa, circa 200 m il dislivello. Si trova sul sentiero n. 101 tra Poggio e Marciana, a quota 530 slm su un piccolo pianoro alle pendici del Monte Capanne.